Filesystem#
La traccia#
Scopo della prova è progettare e implementare una gerarchia di oggetti utili a realizzare una shell, ossia un semplice interprete di comandi, per un filesystem elementare. Come è ben noto, il filesystem è una delle componenti fondamentali del sistema operativo e il suo compito è gestire la memorizzazione delle informazioni (nelle memorie di massa).
Il filesystem#
Assuma per semplicità che nel filesystem esitano solo due tipi di entry: i file e le directory, le caratteristiche principali di questi elementi sono:
ogni entry ha un nome (dato da una stringa non vuota),
i file hanno anche una dimensione (data da un intero positivo),
le directory possono contenere altre entry (ciascuna entry può essere contenuta in una sola directory), la dimensione di una directory è la somma delle dimensioni delle entry che contiene;
la radice di un filesystem è una directory che contiene (anche indirettamente) tutte le entry del filesystem.
Queste definizioni implicano, tra l’altro, che il filesystem può essere descritto da un albero orientato e radicato i cui nodi sono le entry, la radice coincide con quella del filesystem ed esiste un arco orientato tra due nodi se e solo se il primo contiene il secondo (ragione per cui i nodi interni possono essere solo directory, mentre le foglie possono essere sia file che directory vuote).
Un path è un elenco ordinato di nomi di entry in cui solo l’ultima delle quali può essere un file. Ogni entry di un filesystem è identificata da un path, detto assoluto, corrispondente all’elenco dei nomi delle entry lungo il percorso che conduce dalla radice alla entry nell’albero sopra descritto; i path che sono suffissi di un path assoluto sono detti relativi (e corrispondono ai path delle directory che si trovano lungo il percorso che va dalla radice alla entry identificata dal path assoluto).
Le primitive e i comandi#
Il filesystem mette a disposizione una serie di primitive che consentono di:
reperire una entry dato il suo path assoluto,
creare una directory dato il suo path assoluto,
creare un file dato il suo path assoluto e una dimensione,
elencare il contenuto di una directory dato il suo path assoluto,
ottenere la dimensione di una entry dato il suo path assoluto.
Una shell per il filesystem è un interprete in grado di ricevere dei comandi (con eventuali parametri) in forma testuale e di invocare, secondo necessità, le opportune primitive del filesystem per eseguirli. La shell legge il flusso di ingresso una linea alla volta, la prima stringa di ogni linea è un comando, le restanti parti della linea sono i parametri. Qualora il comando (o la sua esecuzione) causi degli errori, la shell emette opportune informazioni — ma non interrompe mai la sua esecuzione (e non solleva eccezioni).
Per comodità la shell conserva un riferimento a una tra le directory del filesystem che viene chiamata la directory corrente dell’interprete; essa è inizialmente la radice del filesystem e può essere modificata e visualizzata con degli appositi comandi. Ogni comando che accetta un percorso come parametro può accettare un percorso assoluto, oppure un percorso relativo alla directory corrente, nel senso che essa dovrà essere usata come prefisso per rendere assoluto il percorso indicato dal parametro prima di adoperarlo in una delle primitive del filesystem.
I comandi (e relativi parametri) dell’interprete sono:
ls [path]
che elenca il contenuto della directory indicata dal path, o della directory corrente,size [path]
che riporta la dimensione della entry indicata dal path, o della directory corrente,mkdir path
che crea la directory indicata dal path,mkfile path size
che crea il file indicato dal path con la dimensione specificata,cd [path]
che modifica la directory corrente in quella indicata dal path, o nella radice del filesystem,pwd
che stampa il nome della directory corrente;
il parametro path
(che può essere assente se riportato tra quadre, nel qual
caso il comando si riferisce alla directory corrente) è un percorso (assoluto o
relativo), mentre size
è un intero positivo.
La rappresentazione testuale#
L’interprete rappresenta i path concatenandone i nomi separati tra loro tramite
il carattere :
, indicando tale carattere anche all’inizio nel caso il path sia
assoluto. Sono per esempio due path, il primo dei quali assoluto:
:quattro:sette
quattro:sette:otto:nove
Negli elenchi di entry, per distinguere i file dalle directory, al nome dei primi viene fatta seguire la dimensione (racchiusa tra tonde) e a quelli delle directory un asterisco. Nell’esempio seguente
uno*
tre(50)
quattro*
sono directory la prima e terza entry, mentre è un file (di dimensione 50), il
secondo. Infine, per consentire di distinguere meglio i comandi impartiti (nel
flusso di ingresso) dall’output prodotto (nel flusso d’uscita), l’interprete
prefissa ogni riga di output con >>>
.
Quella riportata di seguito è una sessione di interazione con l’interprete
ls
mkdir uno
ls
>>> uno*
mkfile due 10
mkfile tre 20
ls
>>> uno*
>>> due(10)
>>> tre(20)
size
>>> 30
cd uno
ls
pwd
>>> :uno
mkdir quattro
mkfile quattro:cinque 30
size
>>> 30
cd
size
>>> 60
dove, secondo quanto illustrato, le righe senza prefisso corrispondono ai
comandi impartiti e quelle che iniziano con >>>
sono l’output prodotto
dell’interprete; al termine dell’esecuzione una rappresentazione testuale
dell’albero del filesystem è
├── uno*
│ └── quattro*
│ └── cinque(30)
├── due(10)
└── tre(20)
(osservi che la realizzazione del comando per ottenere tale rappresentazione non è richiesta, ma potrebbe essere un’interessante estensione facoltativa).
Cosa è necessario implementare#
Al termine della realizzazione della gerarchia di classi che rappresentano le entità in gioco, dovrà scrivere una classe di test che legga dal flusso di ingresso i comandi per l’interprete ed emetta il risultato della loro esecuzione nel flusso d’uscita. Ad esempio, se il flusso di ingresso contiene
ls
mkdir uno
ls
mkfile due 10
mkfile tre 20
ls
size
cd uno
ls
pwd
mkdir quattro
mkfile quattro:cinque 30
size
cd
size
il programma emette
>>> uno*
>>> uno*
>>> due(10)
>>> tre(20)
>>> 30
>>> :uno
>>> 30
>>> 60
nel flusso d’uscita — osservi che il comando ls
impartito su directory vuote
non produce output.
Soluzione#
Le entry: file e directory#
Dal momento che il nome è specificato come attributo comune di file e directory può convenire implementare le entry con una classe astratta, lasciando alle sottoclassi concrete l’onere di implementare il calcolo della size. La rappresentazione è pertanto limitata ad una stringa
public final String name; protected Entry(final String name) { if (Objects.requireNonNull(name, "Il nome non può essere null.").isEmpty()) throw new IllegalArgumentException("Il nome non può essere vuoto."); this.name = name; }
il cui invariante è non essere null
e non essere vuota fatto che può essere
controllato in costruzione e non dovrà più essere verificato (dato che, riguardo
a questa porzione di informazioni, la classe è immutabile).
Nell’interprete è necessario sapere se una entry corrisponde o meno ad una
directory (per segnalare, ad esempio, se sia o meno un errore chiederne
l’elencazione del contenuto, o di aggiungervi un’altra entry); per questa
ragione aggiungiamo all’entry anche un metodo (astratto) isDir
. La classe
astratta avrà pertanto solo i seguenti metodi astratti:
public abstract boolean isDir(); public abstract int size();
Per rendere concreta tale classe, la classe che implementa il file deve solo memorizzarne la dimensione
private final int size; public File(final String name, final int size) { super(name); if (size <= 0) throw new IllegalArgumentException("La dimensione deve essere positiva."); this.size = size; }
Si osserva che, sebbene l’attributo sia immutabile, non si avrebbe alcun vantaggio a renderlo pubblico dal momento che esiste un (omonimo) metodo osservazionale; d’altro canto non è possibile rimuovere tale metodo, dato che per il caso delle directory non è plausibile (come sarà discusso in seguito) memorizzare la dimensione in un attributo. Gli unici metodi da implementare sono sovrascritture di metodi delle superclassi:
@Override public int size() { return size; } @Override public boolean isDir() { return false; } @Override public String toString() { return String.format("%s(%d)", name, size); }
Un po’ più complicato è il discorso della directory che, oltre ad implementare i metodi astratti della superclasse astratta, deve consentire quantomeno di:
aggiungere una entry,
reperire una entry in esso contenuta, a partire dal suo nome,
elencare le entry che contiene.
La rappresentazione più ragionevole appare essere data da una lista di
entry. Oltre alle ovvie condizioni dell’invariante (che prescrivano che la
lista non sia null
e non contenga null
) è necessario prestare attenzione che
essa non contenga più entry con lo stesso nome, questo è banalmente vero in
costruzione e verrà verificato nell’unico metodo mutazionale.
private final List<Entry> entries = new ArrayList<>(); public Directory(final String name) { super(name); }
I metodi più banali da implementare sono quelli che sovrascrivono metodi ereditati dalle superclassi. Il calcolo della dimensione avviene per scarico ricorsivo; si osservi che non è possibile memorizzare il valore in un attributo: sebbene il valore di tale attributo potrebbe essere aggiornato all’aggiunta di un file, non potrebbe viceversa esserlo qualora venisse aggiunto un file ad una directory contenuta nella presente.
@Override public boolean isDir() { return true; } @Override public int size() { int sum = 0; for (Entry e : entries) sum += e.size(); return sum; } @Override public String toString() { return String.format("%s*", name); } @Override public Iterator<Entry> iterator() { return Collections.unmodifiableList(entries).iterator(); }
L’ultimo metodo serve per far si che questa classe implementi Iterable<Entry>
,
così che possa offrire un modo comodo di operare sul contenuto della
directory. Si noti l’uso del metodo statico unmodifiableList
di
Collections
che serve ad avvolgere l’elenco di entry della directory
rendendolo una lista non modificabile (in modo da non esporre la
rappresentazione consentendo che venga modificata dall’esterno).
public Entry find(final String name) { Objects.requireNonNull(name, "Il nome non può essere null."); for (Entry e : entries) if (e.name.equals(name)) return e; return null; } void add(final Entry entry) throws FileAlreadyExistsException { Objects.requireNonNull(entry, "L'entry non può essere null."); if (find(entry.name) != null) throw new FileAlreadyExistsException( "La directory contiene già una entry con lo stesso nome."); entries.add(entry); }
Per concludere, la gerarchia realizzata fin qui è:
I path#
Un path è una sequenza di stringhe non vuote che non contengono il
separatore :
, può essere assoluto (nel qual caso la sua rappresentazione
testuale inizia col separatore), oppure relativo; non è necessaria alcuna
altra restrizione, in particolare non è necessario che esista una relazione a
priori tra un path e le entry: sarà compito del filesystem (a partire dal
suo contenuto), dire se un path corrisponde ad una delle sue entry, oppure
no.
Per il momento, quindi, la rappresentazione più semplice è quella di conservare
in una lista di stringhe che chiameremo parts
e di un booleano che permetta
di distinguere il caso assoluto da quello relativo. Esternamente a questa
classe i path saranno costruiti a partire da stringhe, ma (come sarà chiaro in
seguito) può essere utile avere un costruttore privato che accetti una lista di
stringhe (e controlli l’invariante):
private final boolean isAbsolute; private final List<String> parts; private Path(final boolean isAbsolute, final List<String> parts) { this.isAbsolute = isAbsolute; this.parts = List.copyOf(parts); for (String p : parts) { if (p.isEmpty()) throw new InvalidPathException(p, "La componente è vuota."); if (p.indexOf(SEPARATOR) != -1) throw new InvalidPathException(p, "La componente contiene il separatore."); } }
Riguardo all’invariante, è necessario che:
la lista
parts
non deve essere o contenerenull
(questo è verificato in costruzione grazie al metodo staticocopyOf
diList
, che per giunta restituisce una lista immutabile che facilita il ragionamento sull’immutabilità della classe);nessuna stringa sia
null
o vuota.
Prima di procedere può essere utile aggiungere qualche costante, per il separatore, il percorso corrispondente alla radice del filesystem e il percorso vuoto:
public static final String SEPARATOR = ":"; public static final Path ROOT = new Path(true, Collections.emptyList()); public static final Path EMPTY = new Path(false, Collections.emptyList());
Al costruttore privato è quindi abbinato un metodo di fabbricazione che costruisce un path a partire da una stringa; si osservi che non sarebbe possibile ottenere lo stesso risultato con un costruttore che invochi quello privato (perché l’invocazione dovrebbe avvenire come prima istruzione, fatto che impedirebbe di gestire gli altri casi particolari).
public static Path fromString(final String path) { Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null"); if (path.isEmpty()) return EMPTY; final String[] parts = path.split(SEPARATOR); if (parts.length == 0) return ROOT; if (parts[0].isEmpty()) return new Path(true, Arrays.asList(parts).subList(1, parts.length)); return new Path(false, Arrays.asList(parts)); }
Le prime operazioni che è utile implementare sono quelle per suddividere un percorso nel suo prefisso (a meno dell’ultima componente) e nell’ultima componente (se presente); tali operazioni saranno utili ad esempio alla shell per decidere, dato il path di un file da creare, il nome della directory dove crearlo (prefisso) e del file (ultima componente). Data la scelta della rappresentazione, tali operazioni hanno una implementazione elementare:
public boolean isAbsolute() { return isAbsolute; } public Path parent() { if (parts.isEmpty()) return this; return new Path(isAbsolute, parts.subList(0, parts.size() - 1)); } public String name() { if (parts.isEmpty()) return null; return parts.get(parts.size() - 1); }
Due operazioni che possono risultare comode riguardano “concatenazione” e “spezzamento” tra due percorsi; più formalmente, possono essere utili:
la risoluzione di un percorso relativo rispetto ad uno assoluto (che corrisponde in sostanza a concatenare i due percorsi),
la relativizzazione di un percorso rispetto ad un suo prefisso (che è sostanzialmente l’operazione inversa rispetto alla precedente);
La prima operazione, in particolare, sarà necessaria alla shell per conoscere il percorso assoluto su cui operare qualora tra gli argomenti di un comando sia presente un percorso relativo, che andrà risolto (come vedremo) rispetto al percorso assoluto della directory corrente.
L’implementazione di tali operazioni richiede un minimo di attenzione ai casi particolari, ma è ragionevolmente semplice:
public Path resolve(final Path other) { if (Objects.requireNonNull(other, "Il path da risolvere non può essere null.").isAbsolute()) return other; final List<String> parts = new ArrayList<>(this.parts); parts.addAll(other.parts); return new Path(isAbsolute, parts); } public Path relativize(final Path other) { Objects.requireNonNull(other, "Il path da relativizzare non può esser null."); if (!isAbsolute() && other.isAbsolute) throw new IllegalArgumentException( "Non si può relativizzare un path assoluto rispetto ad un relativo."); if (!parts.equals(other.parts.subList(0, parts.size()))) throw new IllegalArgumentException("Il percorso non ha un prefisso in comune con questo."); return new Path(false, other.parts.subList(parts.size(), other.parts.size())); }
Per finire, può essere comodo che il path
implementi un Iterable<String>
sulle sue parti; i metodi sovrascritti pertanto sono:
@Override public String toString() { return (isAbsolute ? SEPARATOR : "") + String.join(SEPARATOR, parts); } @Override public Iterator<String> iterator() { return Collections.unmodifiableList(parts).iterator(); }
Il filesystem#
La rappresentazione del filesystem è del tutto elementare in quanto coincide con la sua directory radice, a cui verranno man mano aggiunti file e directory (a cui, a loro vota, potranno essere aggiunti file e directory).
private final Directory root = new Directory("ROOT");
Non c’è in realtà bisogno d’altro invariante che di assicurare che root
non
sia null
(che è vero per via dell’inizializzazione e non potrà mai cessare
d’esserlo dal momento che il campo è final
).
Le competenze del filesystem sono elencate direttamente nella traccia
reperire una entry dato il suo path assoluto,
ottenere la dimensione di una entry dato il suo path assoluto.
elencare il contenuto di una directory dato il suo path assoluto,
creare una directory dato il suo path assoluto,
creare un file dato il suo path assoluto e una dimensione,
La prima è la più complessa da implementare: richiede che, a partire dalla radice, le componenti del path siano usate in sequenza per determinare (lungo il prefisso) le directory coinvolte e alla fine l’enetry; può essere comodo avere una versione del metodo di ricerca che sollevi una eccezione nel caso l’ultima entry non sia essa stessa una directory (questo sarà utile per tutti i casi in cui si intende assicurarsi che tale sia il caso):
public Entry find(final Path path) throws FileNotFoundException { if (!Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null").isAbsolute()) throw new IllegalArgumentException("Il path deve essere assoluto."); Directory d = root; Entry e = d; for (final String p : path) { if (d == null) throw new FileNotFoundException("La parte prima di " + p + " non è una directory"); e = d.find(p); if (e == null) throw new FileNotFoundException("Impossibile trovare l'entry " + p); d = e.isDir() ? (Directory) e : null; } return e; } public Directory findDir(final Path path) throws FileNotFoundException { if (!Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null").isAbsolute()) throw new IllegalArgumentException("Il path deve essere assoluto."); final Entry e = find(Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null")); if (!e.isDir()) throw new FileNotFoundException("Non è una directory " + path); return (Directory) e; }
Le competenze “osservazionali” (restituire la dimensione di una entry o un iteratore sul contenuto di una direcotry) sono di facile implementazione, una volta dati i due metodi di ricerca appena sviluppati basterà delegare alle entry:
public Iterable<Entry> ls(final Path path) throws FileNotFoundException { if (!Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null.").isAbsolute()) throw new IllegalArgumentException("Il path deve essere assoluto."); return findDir(path); } public int size(final Path path) throws FileNotFoundException { if (!Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null.").isAbsolute()) throw new IllegalArgumentException("Il path deve essere assoluto."); return find(path).size(); }
Un discorso simile vale per le competenze “mutazionali” (creare un file o
directory), il punto cruciale è usare findDir
su path.parent()
per trovare
la directory su cui effettuare l’inserimento e path.name()
per individuare
il nome della entry da aggiungere:
public void mkdir(final Path path) throws FileNotFoundException, FileAlreadyExistsException { if (!Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null.").isAbsolute()) throw new IllegalArgumentException("Il path deve essere assoluto."); final String name = path.name(); if (name == null) throw new IllegalArgumentException("Il percorso non può essere vuoto"); findDir(path.parent()).add(new Directory(name)); } public void mkfile(final Path path, final int size) throws FileNotFoundException, FileAlreadyExistsException { if (!Objects.requireNonNull(path, "Il path non può essere null.").isAbsolute()) throw new IllegalArgumentException("Il path deve essere assoluto."); final String name = path.name(); if (name == null) throw new IllegalArgumentException("Il percorso non può essere vuoto"); findDir(path.parent()).add(new File(name, size)); }
La shell#
La shell è molto semplice da realizzare: può fare affidamento sulle competenze del filesystem per svolgere il suo compito, oltre al filesystem è sufficiente che memorizzi la directory corrente (ossia il percorso assoluto di una directory del filesystem).
private final FileSystem fs; private Path cwd; public Shell(final FileSystem fs) { this.fs = Objects.requireNonNull(fs, "Il filesystem non può essere null."); cwd = Path.ROOT; }
L’invariante è elementare: gli attributi non devono essere null
e cwd
deve
essere un path assoluto che corrispondere sempre ad una directory.
Dal momento che in molti comandi può essere specificato un path sia assoluto che relativo, è comodo avere una funzione privata che risolva questi ultimi rispetto alla directory corrente:
private Path resolve(final String path) { return cwd.resolve(Path.fromString(path)); }
La funzione principale da implementare è l’interprete che, letta una riga per
volta, la suddivida (con uno Scanner
) nel comando e negli eventuali argomenti
e agisca di conseguenza (tramite uno switch
):
for (;;) {
final String line = con.readLine();
try (final Scanner s = new Scanner(line)) {
final String cmd = s.next();
switch (cmd) {
case "mkdir":
...
case "mkfile":
...
case "tree":
...
case "ls":
...
case "pwd":
...
case "cd":
...
case "size":
...
default:
System.err.println(PREFIX + "shell: " + cmd + ": command not found!");
}
} catch (NoSuchElementException e) {
System.err.println(PREFIX + "shell: malformed command: " + line);
} catch (IOException fse) {
System.err.println(PREFIX + "shell: error: " + fse.getMessage());
}
}
I comandi saranno eseguiti delegando al filesystem le azioni da compiere, emettendo gli eventuali errori.
Per emettere la directory sotto forma d’albero la soluzione più semplice è usare la ricorsione:
private static void recursiveTree(final String prefix, final Directory d) { Iterator<Entry> it = d.iterator(); while (it.hasNext()) { final Entry e = it.next(); System.out.println(PREFIX + prefix + (it.hasNext() ? "├── " : "└── ") + e); if (e.isDir()) recursiveTree(prefix + (it.hasNext() ? "│ " : " "), (Directory) e); } } private void tree(final Path path) throws FileNotFoundException { recursiveTree("", fs.findDir(path)); }